Atout African Arch.it

CARTA ETICA

Aiutare l’Africa non significa intervenire solo su problemi contingenti, ma promuovere, riconoscere, valorizzare la cultura allo scopo di salvaguardare il patrimonio artistico e ambientale, affiancando allo sviluppo tecnologico un pensiero di tipo umanista.

La prevaricazione accelerata del tempo sullo spazio ha prodotto deformazioni. Un popolo ha bisogno di memoria, ma anche di sapiente oblio per ritrovare l’identità e la dignità prima perdute in decenni di repressione e colonizzazione, poi cancellate dall’introduzione telematica di immagini stereotipe appartenenti al mondo occidentale.

Occorre dare spazio alla contemplazione affinché l’Africa possa riscattare le proprie forze, facendo riemergere le sinergie latenti appartenute da sempre alla sua cultura, alla quotidianità, alle necessità dell’individuo e del suo ambiente, utilizzando tutte le espressioni dell’arte: dalla musica alla danza, alla pittura e alla scultura, fino all’architettura come forma artistica che costituisce lo spazio in cui viviamo.

L’arte è una grande risorsa, è il linguaggio universale e ciò che rende una cultura riconoscibile in tutto il mondo.

La realizzazione di un Centro delle Arti applicate a Ouidah, città di importanza storica e religiosa, ci ha permesso di concentrarci sull’architettura come forma tecnico-artistica che può influire su vari aspetti e migliorare il tenore di vita dei popoli meno sviluppati.

Si tratta di sensibilizzare per impedire che in breve tempo venga distrutto un patrimonio storico e naturale di raro valore, di riproporre dunque l’utilizzo delle tecniche e dei materiali tradizionali, evitando l’importazione di nuove tecnologie sconosciute e l’esportazione di manovalanza, dunque valorizzando le capacità artigianali e artistiche locali.

L’architettura del Benin è caratterizzata principalmente da costruzioni vernacolari (Tata-Somba) e dall’architettura afro-brasiliana del XIX secolo, i cui edifici sono gli unici ad avere identificato dei luoghi urbani (piazza, strada, etc.) oltre ad essere realizzati interamente in materiali locali (mattoni in terra cruda, legno, etc.).

Il mancato sviluppo economico ha impedito il recupero di questi edifici, favorendone invece la demolizione e la sostituzione con edifici “atipici” realizzati in cemento, e cancellando così un’importante testimonianza storica e urbana.

La ristrutturazione di alcune costruzioni di interesse patrimoniale per il Paese comporterebbe varie forme di coinvolgimento, a partire dalla creazione di laboratori di formazione per artigiani specializzati, dove si produrrebbero nuovi posti di lavoro; si eviterebbe inoltre la più onerosa costruzione di nuovi edifici, destinando gli spazi esistenti, adeguatamente ripristinati, a un utilizzo pubblico e sociale: scuole, centri di accoglienza, asili ecc.; e tutto ciò finirebbe per incrementare l’interesse e il valore culturale del luogo in una prospettiva di sviluppo socio-economico.

Un pensiero sul rinnovamento del patrimonio, che appartiene ai fondamenti del mondo occidentale, merita di essere esportato e dibattuto all’interno di differenti realtà. Il confronto tra differenti culture presuppone di per sé una traduzione, per permettere il dialogo come fondamento nella democrazia futura.

ATTIVITÁ

L’associazione, fondata da un gruppo di architetti, aperta a tutti i singoli individui, Enti, Istituzioni di tutti i generi che ne condividono le finalità; tende a svolgere prevalentemente l’attività nel campo dell’Architettura intesa come  Scienza Artistico-Culturale, che comprende varie discipline dal Sociale alla Storia, dall’Arte alla Tecnologia, dall’Ambiente all’Economia; e che ha come scopo il miglioramento dell’ambiente psico- fisico nel quale l’uomo vive.

Al fine di raggiungere i nostri scopi, ci si avvale di tutti i percorsi necessari, a partire da studi e ricerche, per arrivare all’operatività di cantiere; all’interno della nuova costruzione, pianificazione, conservazione del patrimonio culturale immobiliare ed artistico, includendo il patrimonio naturale:

  1. Proporre al pubblico africano dei programmi che permettano la scoperta e riappropriazione del loro patrimonio culturale attraverso studi di ricerca, borse di studio, laboratori in loco e all’estero, workshop, etc.;
  2. Promuovere la stesura di programmi e la realizzazione di progetti per lo sviluppo socio-economico che integri la salvaguardia e la messa in opera del patrimonio culturale, attraverso la mobilizzazione di finanziamenti privati, pubblici e risorse umane, azioni di solidarietà cercando collaborazione nell’economia trentina e non;
  3. Contribuire all’edizione e alla diffusione del patrimonio culturale africano tramite pubblicazioni, convegni e manifestazioni pubbliche, filmati, siti, etc.;
  4. Supportare le risorse artigianali, creare nuove professionalità e manodopera specializzata, capaci di assicurare la conservazione e la rivalutazione del patrimonio culturale; es: sperimentando ed apprendendo nei laboratori di cantiere le differenti tecniche e tecnologie di costruzione e recupero;
  5. Promuovere e sostenere iniziative di cooperazione, attinenti alle finalità preposte, con tutti i Paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione all’area Subsahriana Africana e la Repubblica del Benin.

Consiglio Direttivo

Presidente Arch. Barbara Borgini

Vicepresidente Arch. Ivo Fadanelli

Segretario  dott. Giuliano Beltrami

Consigliere Arch. Marina Gousia

Consigliere dott. Martino Benvenuti